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Editoriale: Una rivista per dar voce all'arte floreale

Da Fioraio a Floral designer, come cambia il settore. L'esigenza di discutere e valorizzare l'impegno di tutti.

di PEPPE PICCA

Cari colleghi, cari lettori,
l'esigenza di una nuova rivista nel nostro settore risponde all'idea ed al bisogno di nuove forme di comunicazione dell'arte floreale avvertito da me e da tanti professionisti.

Questo giornale ne è un tassello fondamentale, fa parte di un nuovo percorso che mi auguro possa intraprendere la nostra categoria.
Un percorso che punta a discutere, aprirsi, parlare la stessa lingua, creare un'identità condivisa della nostra categoria, offrendo un luogo aperto di confronto e dibattito, a prescindere ovviamente dal percorso individuale, anzi valorizzando le esperienze di tutti.

Un progetto ambizioso, che anche nella scelta della testata intende però richiamare e rifarsi a ciò che ci accomuna: l'uso delle mani.
Abbiamo scelto "Le mani parlano" perché nelle mani è concentrata l'essenza della nostra espressione artistica: noi siamo ciò che le mani ci consentono di creare.

Questo giornale vuol essere la voce di tutti i fioristi che intendono impegnarsi per la crescita dell'intero settore.
La mancanza di un fronte comune ci porta spesso ad autoflagellarci, a non riconoscerci meriti. A dividere più che ad unire.
Noi dobbiamo invertire la rotta, cominciando a parlare positivamente di noi stessi, guardando al futuro.

Se in questo percorso siamo guidati solo dalle piccole ragioni di bottega, dalla ricerca del nostro piccolo interesse di parte, allora resteremo sempre divisi e capaci solo di vedere a un palmo dal naso, capaci solo di industriarci per vedere come spuntarla sulla concorrenza.
Invece affidiamoci non al solo calcolo razionale, ma alle nostre mani appunto, facciamole parlare, recuperiamo la nostra manualità, il nostro essere artigiani, la nostra arte, che nasce come mestiere ma si eleva ad arte con la creatività e gli strumenti contemporanei.

In questo percorso risulta fondamentale il capitolo della formazione, unica attività che ci può consentire di innalzare il livello qualitativo della categoria e renderci competitivi in un mondo globale.
Anche se impariamo da un'unica fonte, sarà poi la forza delle nostre mani alla fine a caratterizzarci e differenziarci nello stile. Quindi, quando si parla di formazione, non dobbiamo guardarci con sospetto fra noi, non dobbiamo rivendicare primogeniture, perché anche se uno solo di noi cresce, allora cresce l'intero comparto.

Ci sono tante realtà formative, il mio intento è di dare forza e voce a tutte, da nord a sud, a quelli che lavorano bene e non riescono a farsi conoscere.

Questo giornale è un'occasione e uno strumento in più per la nostra categoria, dà un'immagine nuova e dà conto della nostra professionalità. Sarà l'unica rivista che parla a tutti e di tutti, nell'interesse generale della categoria e non solo della formazione scolastica.
Vi segnalo un'altra novità. Nell'ambito del nuovo progetto di comunicazione stiamo realizzando un servizio di trasmissione floreale di cui tutti i fioristi potranno usufruire. Sceglieremo i migliori professionisti e attraverso loro (e le loro mani) arriveremo in tutto il mondo, con lo slogan "Le mani viaggiano".
Buona lettura.